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Perché ci troviamo in crisi
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La crisi della biodiversità è strettamente legata ai destini di queste culture uniche e particolari, ai loro sistemi di trasmissione e applicazione del sapere, ai loro linguaggi e alle loro identità.
 
La crisi della biodiversità è strettamente legata ai destini di queste culture uniche e particolari, ai loro sistemi di trasmissione e applicazione del sapere, ai loro linguaggi e alle loro identità.
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=== Perché ci troviamo in una situazione di crisi climatica ed ecologica? ===
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''In questa sezione vedremo come alcuni modi di concepire il mondo, dominanti nei secoli passati, hanno modellato un atteggiamento nei confronti della Natura che ha portato alla crisi climatica ed ecologica di oggi.''
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Le crisi del clima e della biodiversità sono un problema complesso e il risultato di diversi disaccordi politici, economici e sociali che si alimentano a vicenda. Tra i fattori che aumentano le difficoltà nell’affrontare questa sfida ci sono alcune “visioni del mondo” che hanno portato alla crisi.
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Una visione del mondo è come un paio di occhiali che usiamo per guardare il mondo attorno a noi. La nostra visione del mondo è tinta con i nostri valori e modellata sulle nostre credenze. Essa, inoltre, influisce sul nostro modo di ragionare e plasma le nostre aspettative sul funzionamento del mondo. Assorbiamo una parte della nostra visione del mondo dalla nostra famiglia di origine e dalle esperienze che facciamo crescendo. Una seconda parte viene dall’ambiente culturale che frequentiamo da adulti perché ne condividiamo valori e motivazioni. Questo bagaglio accumulato negli anni ha un effetto su come interpretiamo il mondo e sulle scelte alla base delle nostre azioni.
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Oggigiorno si usa spesso il termine “'''crescita economica'''” come indicatore di progresso e per segnalare che gli standard vitali stanno migliorando. Purtroppo, il concetto di crescita economica è spesso associato a una visione del mondo in cui gli esseri umani dominano e '''sfruttano''' la Natura.<ref name=":4">Alberro, Heather [https://theconversation.com/humanity-and-nature-are-not-separate-we-must-see-them-as-one-to-fix-the-climate-crisis-122110 Humanity and nature are not separate – we must see them as one to fix the climate crisis]</ref> Questa visione del mondo risiede nel cuore di molte nazioni fortemente inquinanti e si pensa che le radici di questa mentalità affondino nel passato.
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Quattrocento anni fa ci fu una svolta nel pensiero umano nota come '''rivoluzione scientifica'''. Gli intellettuali del tempo erano convinti che l’uomo fosse superiore alla natura.<ref>Descartes, R. (1637). [https://archive.org/details/DescartesDeRuggieroDiscorsoSulMetodo/mode/2up Discorso sul Metodo]</ref> Essi scrissero nelle loro opere che gli uomini avevano il diritto di dominare la Natura per farne ciò che volevano. Le idee che nacquero in quel periodo si diffusero e influenzarono pesantemente i secoli a venire. Gli effetti di quel modo di pensare sono ancora oggi ben visibili nelle leggi, tecnologie, stili di vita, abitudini e culture dei Paesi più ricchi. Molti di questi stili di vita si sono diffusi o sono stati imposti anche ad altri Paesi del mondo.
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Gli avanzamenti scientifici e tecnologici scaturiti dalla '''rivoluzione industriale''' hanno allontanato la gente che vive nei Paesi ricchi dalla Natura, allentando le dipendenze dirette con i sistemi e i ritmi naturali. Milioni di persone si trasferirono nelle città e iniziarono a lavorare nelle catene di montaggio delle fabbriche azionando delle macchine. Abbandonarono le campagne dove si coltivava la terra o i piccoli borghi dove si costruivano oggetti con attrezzi manuali. In quel periodo, alcune tecnologie innovative come le macchine a vapore, le automobili e l’illuminazione elettrica trasformarono rapidamente le vite delle persone. Avvenne quasi come oggi i telefoni cellulari e i computer connessi a Internet hanno modificato le nostre abitudini rispetto a 50 anni fa.
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Alcuni cambiamenti tecnologici hanno indubbiamente portato benefici alla gente, per esempio rendendo disponibili le cure della medicina moderna. In altri casi, però, le nuove tecnologie resero possibile dominare la Natura ed estrarne risorse in una maniera che prima non era possibile.
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La rivoluzione industriale permise l’estrazione di combustibili fossili (carbone e petrolio) a una scala prima inimmaginabile. Negli ultimi 100 anni il principale modo in cui abbiamo prodotto energia è stato bruciando combustibili fossili. Questa energia ha guidato la crescita economica. La conseguenza di questa scelta è che Nazioni ricche come Stati Uniti d’America e Unione Europea hanno immesso in atmosfera la maggior parte dei gas a effetto serra prodotti dall’uomo nel corso della storia.<ref name=":5">Nazioni Unite, [https://wedocs.unep.org/bitstream/handle/20.500.11822/34438/EGR20ESE.pdf?sequence=25 Emissions Gap Report 2020 - Executive Summary]</ref>
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Oggi ci sono Nazioni come Cina e India che stanno seguendo lo stesso modello di sviluppo dei Paesi più ricchi. Ogni anno sempre più persone diventano dipendenti dalla combustione di risorse fossili.<ref name=":5" /> Oggi il Paese che emette più gas a effetto serra al mondo è la Cina,<ref>[https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/9d09ccd1-e0dd-11e9-9c4e-01aa75ed71a1/language-en Fossil CO<sub>2</sub> and GHG emissions of all world countries] - 2019 Report</ref> con la sua economia in rapida crescita e la sua numerosa popolazione. Storicamente, però, il maggior contributo alle emissioni lo hanno dato gli Stati Uniti d’America. Gli USA hanno avuto più anni di tempo per accumulare emissioni<ref>[https://www.statista.com/statistics/1224630/cumulative-co2-emissions-united-states-historical/ Statistica]</ref>  e ancora oggi hanno il primato delle maggiori emissioni di CO<sub>2</sub> a persona.<ref>[https://www.researchgate.net/publication/337033405_The_Truth_Behind_the_Climate_Pledges The Truth Behind the Climate Pledges]</ref>
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Le crisi climatiche ed ecologiche sono un problema molto sfaccettato. È impossibile isolare una singola causa alla loro origine o un solo motivo per il quale non è stato ancora possibile risolverle. Inoltre, è molto complicato per la gente comune comprendere sia la scala che le conseguenze delle crisi. Questa difficoltà limita fortemente la possibilità che le persone agiscano con la decisione e l’urgenza che sono necessarie.
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Gli stili di vita che danneggiano la Natura ed emettono grandi quantità di gas a effetto serra sono profondamente radicati nelle società moderne. Alcuni hanno evidenziato come le crisi ecologica e climatica possano essere un problema di relazione tra l’uomo e la natura. Per evolvere in un futuro più sostenibile forse dovremmo “far pace”<ref name=":1" /> con la Natura e adeguare di conseguenza i nostri sistemi economici, finanziari e produttivi.<ref name=":1" />
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Nel 2021 un gruppo di ricercatori ha identificato nove motivazioni, tra loro interconnesse, che potrebbero spiegare il nostro fallimento collettivo nell’affrontare i problemi ecologici e climatici degli ultimi 30 anni. La loro conclusione è che prima di affrontare i dettagli climatici ed ecologici sia necessario mettere in discussione proprio gli atteggiamenti mentali con cui guardiamo alla Natura, le visioni del mondo alla base del pensiero delle società ricche e industrializzate.<ref name=":6">[https://www.annualreviews.org/doi/pdf/10.1146/annurev-environ-012220-011104#article-denial Three Decades of Climate Mitigation: Why Haven't We Bent the Global Emissions Curve?]</ref>
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Gli esseri umani sono animali dal punto di vista biologico e il pianeta Terra è il nostro habitat. Siamo parte della Natura e dipendiamo dal suo funzionamento per la nostra sopravvivenza,<ref name=":4" /> non siamo separati da essa. Abbiamo, per esempio, dei microrganismi nella nostra pancia che ci aiutano a digerire e altri che fanno parte della nostra pelle. Api e vespe impollinano i fiori dei nostri alberi da frutto. Alberi e alghe assorbono la CO<sub>2</sub> che noi espelliamo e producono l’ossigeno di cui abbiamo bisogno per respirare.<ref name=":4" />
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Si parla dei problemi connessi ai cambiamenti climatici già da parecchi decenni. Nonostante tutto questo tempo a disposizione, le società benestanti non sono ancora riuscite a immaginarsi degli stili di vita desiderabili e sostenibili. Ancora oggi queste società sono dipendenti dall’abuso di combustibili fossili, e necessitano di misurare lo sviluppo e il progresso con la crescita economica.<ref name=":6" />
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Un ambiente naturale sano è indispensabile per una economia sostenibile. È ormai opinione diffusa e accettata che la produzione economica, conteggiata come '''Prodotto Interno Lordo''' (PIL), debba essere affiancata da una misura di ricchezza più inclusiva che tenga conto anche del capitale naturale quando si voglia misurare il benessere di uno Stato. Esaminare attentamente lo stato di salute dell’ambiente naturale permette di valutare con più accuratezza se una politica economica nazionale è sostenibile per i giovani di oggi e per le future generazioni.
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